sabato 25 aprile 2020

Città Sintetiche 1





Aldo Rossi


Shangri-La

Shangri-La is a fictional place described in the 1933 novel Lost Horizon by British author James Hilton. Hilton describes Shangri-La as a mystical, harmonious valley, gently guided from a lamasery, enclosed in the western end of the Kunlun Mountains. Shangri-La has become synonymous with any earthly paradise, particularly a mythical Himalayan utopia – a permanently happy land, isolated from the world. 

In the novel, the people who live at Shangri-La are almost immortal, living hundreds of years beyond the normal lifespan and only very slowly aging in appearance. The name also evokes the imagery of the exoticism of th Orient.

In the ancient Tibetan scriptures, the existence of seven such places is mentioned as Nghe-Beyul Khembalung.[1]Khembalung is one of several beyuls (hidden lands similar to Shangri-La) believed to have been created by Padmasambhava in the 9th century as idyllic, sacred places of refuge for Buddhists during times of strife.

Wikipedia

lunedì 2 dicembre 2019

Retrofuturo

A fine ‘800 e inizi ‘900 il pensiero positivo porta ad immaginare un futuro radioso per le città, legato allo sviluppo non solo dell’architettura quanto dei mezzi di locomozione, che possono creare un nuovo modo di spostarsi in città. Quindi non solo strade, ma percorsi aerei, metropolitane, gallerie, aerei… 

Queste idee danno il via a molteplici fantasie, dove ad una foto reale della città vengono sovrapposti aerei, funivie, dirigibili o navi per Marte…. Questo succede nei primi anni del ‘900 in Europa ma anche negli Stati Uniti. 

Genova 1904

giovedì 30 marzo 2017

Aurelia astrale

Nel cielo del mio giardino crescono immense città levitanti. Secoli fa si è stabilita da queste parti una tribù di telepati, i quali riuscirono a instaurare una comunicazione completa con il mondo vegetale, fino a fondere la propria coscienza con quella delle piante. Con l'avvicendarsi delle generazioni, la tribù cominciò a modificare l'ambiente circostante mediante la trasformazione telepatica di alberi, arbusti e rampicanti. Così, quella coscienza condivisa finì per assumere i tratti di un vero e proprio territorio. L'enorme Aurelia, di più recente formazione, cominciò il suo processo di levitazione solo poche centinaia di anni fa, traendo energia dal sole per la necessaria fotosintesi e idratandosi con le grandi nubi che l'attraversano. Gli Aureliani, prodotto delle proprie sofisticate tecniche di comunicazione extrasensoriale, sono un popolo prospero e pacifico, dedito alla meditazione e alla filosofia. Oggi la loro città è un centro spirituale e meta di pellegrinaggio per donne, uomini e interi popoli in cerca della verità, ma accoglie anche semplici curiosi o stanchi emissari di pianeti lontani, che sperano di trovare qui le risposte a cui le loro rigide metafisiche non potrebbero mai arrivare.

Viaggio nel fantasmagorico giardino di Apparitio Albinus. Claudio Romo 2016

Alejandro Burdisio

giovedì 7 gennaio 2016

Paolo Mantegazza, 26 aprile 3000


SPETTACOLI
che si daranno nei Teatri di Andropoli il giorno 26 di aprile dell'anno 3000.

PANOPTICON. - Serata di gala coll'intervento del Pancrate. - Il ciclo del piacere cosmico da Omero all'anno 3000.
PANGLOSSO (Il Panglosso è un teatro riserbato agli uomini molto colti e dove si danno rappresentazioni nelle lingue morte, dal greco all'italiano, dal latino e dal sanscrito all'inglese, al turco al chinese). L'Edipo di Sofocle in greco antico. - Una pochade del secolo XIX. In lingua francese.
TEATRO DELLA COMMEDIA GAJA. - Le gelosie d'un podestà e di due sindaci. Commedia in quattro atti.
TEATRO DELLA TRAGEDIA CLASSICA. - L'Amleto di Shakespeare, tradotto dall'inglese in lingua cosmica.
TEATRO DELLA TRAGEDIA MODERNA. - La povera Lisa. Tragedia in cinque atti del celebre scrittore inglese John Trembley.
TEATRO DELLA TARANTELLA. -La Capricciosa. - Commediola tutta da ridere con canzonette e balli degli antichi spagnuoli e napoletani.
TEATRO DELL'ARMONIA. - Grande opera seria del maestro andropolitano Soavi. - L'ultimo Re Papa.
TEATRO DELLA MUSICA ANTICA. - Un atto del Barbiere di Siviglia. - Un atto della Norma di Bellini. - Un atto del Lohengrin di Wagner.
TEATRO DELLA BELLEZZA. - Pantomima e quadri plastici, nei quali figureranno cento fanciulle bellissime fra tutte le razze d'Asia, d'Europa e d'Africa.
TEATRO DELLE MERAVIGLIE. - Spettacolo variato in cui si riproducono al vero tutti i cataclismi tellurici. - Questa sera avrà luogo la rappresentazione di un'eruzione vulcanica e d'un terremoto. Si sta preparando per la settimana prossima: Un'inondazione nel Mississipì.
TEATRO DELLA LUCE. L'iride magica. Spettacolo fantastico di giuochi di luce, che rappresenterà un'aurora boreale al polo nord e il sorger del sole nel mondo della luna.
TEATRO DELLA FANTASMAGORIA. - Una scena d'amore nel pianeta di Marte. Sogno di un poeta.
TEATRO DI TERSICORE. - Cleopatra. - Ballo dell'antico Egitto, nel quale agiranno 500 ballerine, delle quali 200 negre, e 300 bianche, tutte giovani e belle.
TEATRO ISTRUTTIVO. - La storia della locomozione. Si rappresentano in altrettanti quadri tutte le invenzioni dei mezzi di trasporto terrestre e aereo, dal carro a due ruote trascinato dai bovi alla locomotiva, al velocipede, al tram elettrico, all'aerostato. La musica, che accompagnerà tutto lo spettacolo, sarà del tempo corrispondente ad ogni invenzione.
TEATRO ZOOLOGICO. - L'Arca di Noè. Gli attori saranno tutti animali educati magistralmente dal celebre domatore parmigiano Faimali. Entreranno sulla scena belve scomparse da secoli dal nostro pianeta e gentilmente prestate dall'Accademia delle scienze.
TEATRO BOTANICO. - La grande battaglia delle piante. - Non si vedranno che fiori che parlano, piante che camminano e prati che bisbigliano. Lo spettacolo, nuovissinio per Andropoli, rappresenta la lotta delle monocotiledone del terreno carbonifero colle piante dell'evo moderno.
FEATRO DEGLI INSETTI. - Le metamorfosi di un baco. Uomini travestiti mirabilmente da insetti rappresenteranno la storia di un baco da seta, che fuggendo di nascosto da un bozzolo in forma di farfalla si reca in un'isola, dove invita tutti gli insetti a ribellarsi dal giogo e dalla crudeltà dell'uomo, fondando una Repubblica entomologica. - Lo spettacolo sarà chiuso da un ballo fantastico delle farfalle e delle libellule più belle del tropico.
TEATRO MARITTIMO. - L'ultimo pesce cane. Storia di una congiura dei pesci marini per uccidere l'ultimo pesce cane rifugiatosi in una grotta madreporica delle Isole Marchesi. Tutto lo spettacolo si dà sotto l'acqua e vi figurano le antiche balene e molti altri animali ormai scomparsi dalla terra.
TEATRO DEI BUFFONI ( Il Teatro dei buffoni di Andropoli ha lo scopo di far ridere ad ogni costo, onde rallegrare gli ipocondriaci, gli annoiati e tutti i depressi). Le miserie di un antico buffone. Farsa tutta da ridere. Si raccomanda agli spettatori di adoperare con molta energia il freno moderatore, onde non uscire dal teatro col ventre scoppiato per il troppo ridere.
TEATRO DEL PIANTO.(Il Teatro del Pianto non dà che rappresentazioni melanconiche, ma non mai strazianti, per mettere una nota triste e pur desiderata nella vita dei troppo felici). Le lagrime di una tradita nel secolo XIX.
TEATRO DEI MIRACOLI. - Le metamorfosi di un sasso. Spettacolo curiosissimo e istruttivo, nel quale si vedrà una pietra fondersi e trasformarsi in tutti i metalli conosciuti, per fondersi di nuovo, volatizzare, diventare invisibile, poi ritornare all'antica pietra.
TEATRO DEI PROFUMI. - Le danze degli odori. Si daranno sinfonie svariate dei profumi più delicati dei fiori con accompagnamento di musica e cori invisibili di voci femminili.
TEATRO DELL'AGILITA'. - L'acrobatica antica. Spettacolo svariato, che riprodurrà gli esercizii più curiosi del trapezio, della corda tesa, e delle sbarre usati nell'antichità.
TEATRO ATLETICO. - Le meraviglie del famoso atleta Ercole X. Sfida di Ercole X a tutti i lottatori del mondo. Egli darà un premio di L. 10.000 a chi riuscirà ad abbatterlo.
TEATRO SOTTERRANEO. - Il centro della terra. Scene di gnomi e di giganti che si contrastano il dominio sotterraneo. Scene geologiche e paleontologiche svariate.
TEATRO DELLA SATIRA. - Le avventure di un antico commendatore. Commedia tutta da ridere. Si raccomanda caldamente l'uso del freno moderatore.
TEATRO DI DECLAMAZIONE. - Le vette del mondo ideale. Tre celebri declamatori e tre celebri declamatrici, declamano tradotte in lingua cosmica le poesie più sublimi di Byron, di Shelley e di Victor Hugo e porteranno gli spettatori a godere le note più alte del mondo ideale.

TEATRO DELLA VOLUTTA. - La sinfonia del piacere. Gli spettatori godranno le armonie della musica, del profumo, del sapore artificiale e delle vibrazioni edoniche, mentre gli occhi si inebbrieranno di continuo collo svariato caleidoscopio di immagini, che passeranno con corrente interrotta sulla scena.

Cave Cities of Tomorrow

May Live to See

London

Closer than we think!

venerdì 7 ottobre 2011

venerdì 28 gennaio 2011

giovedì 9 settembre 2010

mercoledì 4 agosto 2010

Città (41)

Mete estive

COORG
FUEGIA
LOLOZIA
CRIMTARTARIA
SOGNO
INDIANIA
GULISTAN
LHASA
CIRCASSIA
PEGU'
CARPAZIA
PAMPA
SUBLIME PORTA
INGERMANLANDIA
ETERIA
SURINAME
WINGANDACOA
NUEVA ESPANA
VULCANIA
MASOVIA
TSU-CHING-CHENG
ZULULAND
BECIUANIA
TUPIA
QUIVERA
LING-NAM
HUASTECA
MANILLA
SCALI DI LEVANTE - EGEO OTTOMANO
YUAN-MIN-YUAN
MAURITIA
OSMANIA
REGNO DI DALMAZIA
MALTA D'ORO
MALWA
MAGIARISTAN

Città (40)

lunedì 24 maggio 2010

martedì 27 aprile 2010

martedì 15 dicembre 2009

L'Utopia

Chi ha visitato una sola di quelle città, le conosce tutte, tanto sono simili, per quanto lo consentano la natura e il luogo. Niente di straordinario, in queste città turrite più o meno alla maniera medioevale e assicurate contro ogni invasione nemica. Le case sono comuni, tanto che chi vuole vi può accedere ed è talmente assente il concetto di proprietà privata che ogni 10 anni, gli abitanti cambiano le loro residenze tirando a sorte.

Thomas More “L’Utopia” 1516

domenica 22 novembre 2009

Le meraviglie del 2000

«Harry,» disse Holker «muovi verso Brooklyn.»

Il Condor s'alzò d'un centinaio di metri e si lanciò verso l'est con una velocità di cinquanta chilometri all'ora.

Vie immense apparivano sotto gli aeronauti, se così si potevano chiamare, fiancheggiate da palazzi mostruosi, di venti, venticinque e persino trenta piani, che dovevano contenere migliaia di famiglie ciascuno, la popolazione di un villaggio.
Mille fragori salivano fino agli orecchi dei due resuscitati, prodotti chissà da quali macchine gigantesche: fischi, colpi formidabili, detonazioni, scoppi, e si vedevano, lungo le pareti e sulla cima di colonne di ferro, roteare con velocità straordinaria delle macchine volanti di dimensioni mai viste.

Emilio Salgari, Le Meraviglie del Duemila, 1907

venerdì 20 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

lunedì 5 ottobre 2009

La Spezia

Il volo da Roma a Spezia fu di poche ore e senza accidenti. Vi giunsero verso sera, e dopo una breve sosta in uno dei migliori alberghi della città, cavarono fuori dall'aereotaco una specie di mantello di caucciù, che si chiama idrotaco e che gonfiato da uno stantuffo in pochi momenti si converte in un barchetto comodo e sicuro. Anche qui nessun bisogno di barcaiolo e di servi. Una macchinetta elettrica, non più grande di un orologio da caminetto, muove l'idrotaco sulle onde, colla velocità che si desidera.
Il Golfo di Spezia era in quella sera divino. La luna dall'alto, nella pace serena della sua luce, spargeva su tutte le cose come un fiato soave di malinconia. Monti, monumenti, isole parevano di bronzo; immoti come chi è morto da secoli. La scena sarebbe stata troppo triste, se le onde chiacchierine, che parevano cinguettare e ridere fra la rete infinita d'argento, che le inserrava come migliaia di pesciolini presi nella rete dal pescatore, non avessero dato al golfo un palpito di vita.
I due fidanzati si tenevano per mano e si guardavan negli occhi. Si vedevano anch'essi come velati in quella luce crepuscolare, che toglie la durezza degli oggetti; facendo giganti le anime delle cose.
- Vedi, Maria, disse Paolo a lei, quando potè parlare: qui intorno a noi dormono nel silenzio più di ventimila anni di storia umana. Quanto sangue si è sparso, quante lagrime si son versate prima di giungere alla pace e alla giustizia, che oggi godiamo e che pure sono ancora tanto lontane dai nostri ideali. E sì, che fortunatamente per noi, dei primi secoli dell'infanzia umana, non ci son rimaste che poche armi di pietra e confuse memorie. Dico fortunatamente, perché più andiamo addietro nella storia e più l'uomo era feroce e cattivo.
E mentre egli parlava, si andavano avvicinando alla Palmaria, convertita allora in un grande museo preistorico.
Vedi, Maria, qui vissero in una grotta dieci o venti secoli or sono uomini, che non conoscevano metalli e si vestivano colle pelli delle fiere. Sulla fine del secolo XIX un antropologo di Parma, certo Regalia, illustrò questa grotta, che era detta dei Colombi, descrivendone gli avanzi umani e animali, ch'egli vi aveva trovati. In quel tempo però, cioè sulla fine del secolo XIX, tutta l'isola era coperta di cannoni, ed una batteria grande, un vero miracolo di arte omicida, difendeva il golfo dagli assalti del nemico.
Tutto il golfo del resto era un trabocchetto gigantesco per uccidere gli uomini. Sui monti, cannoni; sulle sponde, cannoni; sulle navi, cannoni e mitragliatrici: tutto un inferno di distruzione e di orrore.
Ma già qualche secolo prima questo golfo portava memorie di sangue. Lì ad oriente sopra Lerici tu vedi un antichissimo castello, dove fu prigioniero un re di Francia, Francesco I, dopochè ebbe perduta la battaglia di Pavia.
Noi non vediamo più l'ecatombe di ossa, che devono trovarsi sul fondo del mare, perché sul principio del secolo XX ebbe luogo una terribile battaglia navale, a cui presero parte tutte le flotte d'Europa; mentre per fatale coincidenza in Francia si combatteva un'altra grande battaglia.
Si battevano per la pace e per la guerra e l'Europa era divisa in due campi. Chi voleva la guerra e chi voleva la pace; ma per volere la pace si battevano, e un gran mare di sangue imporporò le onde del Mediterraneo e allagò la terra. In un solo giorno nella battaglia di Spezia e in quella di Parigi morì un milione di uomini. Qui dove noi siamo ora, godendo le delizie di questa bellissima sera, saltarono in aria in un'ora venti corazzate, uccidendo migliaia di giovani belli e forti; che avevano quasi tutti una madre, che li attendeva; tutti una donna che li adorava.
La strage fu così grande e crudele, che l'Europa finalmente inorridì ed ebbe paura di sé stessa. La guerra aveva uccisa la guerra e da quel giorno si mise la prima pietra degli Stati Uniti d'Europa.
Quei giganti neri, che vedi galleggiare nel Golfo sono le antiche corazzate, che rimasero incolumi in quel giorno terribile.

L'anno 3000, Paolo Mantegazza 1897

giovedì 30 luglio 2009

martedì 28 luglio 2009

Tlön

Questo calcolo arrischiato ci riporta al problema fondamentale: chi furono gli inventori di Tlön? Il plurale è inevitabile, perché l'ipotesi d'un solo inventore - d'un infinito Leibniz operante nelle tenebre e nella modestia - è stata scartata all'unanimità. Si pensa che questo brave new world sia opera d'una società segreta di astronomi, di biologi, di ingegneri, di metafisici, di poeti, di chimici, di moralisti, di pittori, di geometri... sotto la direzione di un oscuro uomo di genio. Abbondano, infatti, gli individui che dominano queste diverse discipline, ma non quelli capaci di invenzione, e ancor meno quelli capaci di subordinare l'invenzione a un piano rigoroso e sistematico com'è il piano di Tlön. Questo piano è così vasto che il contributo di ciascuno scrittore dev'essere stato infinitesimale. Al principio si credette che Tlön fosse un puro caos, una irresponsabile licenza dell'immaginazione; si sa ora che è un cosmo, e le intime leggi che lo reggono sono state formulate, anche se in modo provvisorio.

J.L. Borges

Don Chisciotte

Mi si presentò frattanto alla vista un regale e splendido palazzo o castello, le mura del quale parevano fatte di trasparente e terso cristallo, da due grandi porte del quale, che vi si aprivano, vidi uscire e venire verso di me un vecchio venerando, (…) “E’ tanto tempo, o valoroso cavaliere don Chisciotte della Mancia, che noi, qui incatenati in questi luoghi solitari, attendevamo di verderti, (…).

Miguel de Cervantes “Don Chisciotte” 1605-1615

Città (26)

Città (25)