domenica 5 ottobre 2008

1984

C’erano sempre stati quei panorami di case novecento in rovina, coi fianchi tenuti su a mala pena da travi in legno, con le finestre turate da carta incatramata e con i tetti di ferro ondulato, e quelle staccionate intorno ai giardini che pendevano sghembe da tutte le parti? E i luoghi bombardati dove la polvere di calcestruzzo mulinava nell’aria, e le erbacce crescevano sparse sui mucchi di sassi? E quegli altri luoghi in cui le bombe avevano aperto dei buchi più larghi e dove erano germogliate miserabili colonie di capanne di legno simili a pollai? Ma era inutile, non riusciva a ricordare: non restava nulla della sua infanzia, se non una serie di quadri senza sfondo e per la maggior parte incomprensibili.


Si diceva che il Ministero della Verità contasse tremila locali sul livello del terreno e altrettanti in ramificazioni sotterranee. Sparsi nel centro di Londra, c’erano altri tre edifici d’aspetto e di mole simili. Il Ministero della Verità che si occupava della stampa, dei divertimenti, delle scuole e delle arti. Il Ministero della Pace, che si occupava della guerra. Il Ministero dell’Amore, che manteneva l’ordine e faceva rispettare la legge. E il Ministero dell’Abbondanza che era responsabile dei problemi economici.

1984. George Orwell

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